Uno spiraglio nella Vertenza Salute

Giampiero Chimenti

Presidente Nazionale FIMP

La decisione di non revocare lo sciopero del 17-18 marzo, ma di dilazionarlo di 60 giorni al 26-27 maggio, nonostante le aperture al dialogo e l’effettiva convocazione di tavoli tecnici, rientra nella logica del confronto fra le parti, laddove la tensione di una protesta non può lasciare il passo alla fiducia incondizionata in mancanza di atti ufficiali.

Per questo motivo sono confermate anche le assemblee convocate nelle strutture ospedaliere di diverse città, rientranti nel diritto sindacale del comparto della dipendenza e utilizzate per sensibilizzare i colleghi e l’opinione pubblica, oltre che le amministrazioni locali.

Nella stessa logica viene confermata la manifestazione generale di Area Centro a Firenze, in analogia a quella fatta a Napoli il 20 febbraio, allo scopo di tenere desta l’attenzione sulle problematiche che stanno alla base delle nostre rivendicazioni.

Vorrei soffermarmi sul comunicato congiunto fra governo e sindacati, che trovate pubblicato in questo numero, poiché potrebbe effettivamente segnare una svolta nelle trattative per il rinnovo dell’ACN, sia accelerandone il percorso sia aumentando i margini di una trattativa meno sfavorevole.

Durante il confronto col governo, ci è stato ribadito che i rinnovi contrattuali devono avvenire in costanza di risorse economiche, pur tuttavia è stata sottolineata la volontà di salvaguardare il SSN e al suo interno di migliorare i modelli assistenziali nel rispetto dei ruoli e delle mansioni dei medici, oltre a rivedere i criteri occupazionali.

Tradotto in termini sindacali si rafforza la possibilità di chiedere il rispetto della nostra specificità specialistica pediatrica e di quanto già concretizzato con gli accordi regionali e aziendali. Il che non significa che nulla cambia, ma che se vogliamo rivendicare le eccellenze assistenziali realizzate negli anni facendole diventare paradigmatiche, possiamo essere noi a condizionare i modelli previsti dalle leggi vigenti.

Non vi è dubbio che in futuro dovremo accettare l’applicazione di criteri valutativi, così come concordare obiettivi di salute da raggiungere, ma anche l’organizzazione del lavoro dovrà passare dall’autodeterminazione della categoria organizzata nelle AFT, tenendo conto delle peculiarità locali, delle aggregazioni esistenti, del rispetto dei fattori produttivi acquisiti (personale di studio e investimenti eseguiti), mantenendo la guardia medica nelle modalità attuali.

Può sembrare poco ma vi assicuro che solo 6 mesi fa tutto questo era molto, molto lontano!

Siccome sono molto realista, non voglio illudermi/vi anzitempo sulla firma di un ACN che sia quanto meno traumatica possibile negli effetti del cambiamento, ma la rotta intanto ha avuto una correzione e spero si possa averne conferma al Congresso sindacale di Napoli del 7-10 aprile, dove il ministro Lorenzin ha preannunciato la sua presenza, affiancandosi a quella delle Regioni, della Sisac, delle sigle sindacali della medicina generale e specialistica e della rappresentanza della società civile che parteciperanno l’8 aprile alla tavola rotonda, che credo possa rappresentare un’importante occasione di confronto trasversale.

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