Problemi aperti dello screening uditivo neonatale

Sara Ghiselli, Domenico Cuda

U.O. Otorinolaringoiatria, AUSL Piacenza

DOI 10.36179/2611-5212-2023-6

L’ipoacusia è il deficit sensoriale più comune alla nascita nelle società sviluppate. Si stima che ogni 1000 bambini nati a termine 1-2 presentino deficit uditivo neurosensoriale permanente. La prevalenza dell’ipoacusia peraltro è particolarmente elevata nel caso di bambini prematuri o ricoverati nelle unità di terapia intensiva neonatale dove può interessare fino al 4% dei casi 1. 

Se il deficit uditivo non è corretto tempestivamente esso può determinare gravi ripercussioni sullo sviluppo delle capacità uditive e comunicative potendo limitare il livello cognitivo, l’apprendimento, il potenziale di apprendimento e il benessere generale del bambino 2. La diagnosi precoce è indispensabile per prevenire tali ripercussioni ed è ormai riconosciuta in ambito internazionale la necessità di strutturare e promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria per accedere il più precocemente possibile ai necessari trattamenti medico-chirurgici, protesici e riabilitativi 3.

Nel nostro paese il DPCM 12 gennaio 2017 relativo ai nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza) “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza” (articolo 38, comma 2) sancisce l’obbligatorietà e la gratuità degli screening neonatali a tutti i nuovi nati. Lo scopo è quello di  garantire “le prestazioni necessarie e appropriate per la diagnosi precoce delle malattie congenite previste dalla normativa vigente e dalla buona pratica clinica, incluse quelle per la diagnosi precoce della sordità congenita e della cataratta congenita, nonché quelle per la diagnosi precoce delle malattie metaboliche ereditarie individuate con decreto del ministro della Salute in attuazione dell’articolo 1, comma 229, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, nei limiti e con le modalità definite dallo stesso decreto”.

Tuttavia a dispetto dei dettati legislativi una recente indagine promossa dalla Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCF), ha evidenziato come vi sia ancora disomogeneità riguardo la copertura, le procedure e i flussi dei programmi di screening uditivo sul territorio italiano 4. La figura del pediatra di libera scelta riveste perciò un ruolo chiave nella verifica dell’avvenuto screening uditivo e nell’invio tempestivo ai centri audiologici di riferimento di bambini che per qualche ragione fossero sfuggiti a tale adempimento.  Il Pediatra riveste tuttavia un ruolo ancora più importante nei programmi di prevenzione e sorveglianza audiologica dato che la maggioranza dei deficit uditivi compare durante l’infanzia e l’adolescenza.

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