Plagiocefalia posizionale: prevenzione e trattamento precoce per la prevenzione degli esiti fisici e cognitivi a distanza

Annarita M. Le Pera 1, Luca La Mesa 1, M. Antonietta Bonanno 2, Luca Massimi 3

1 PDF ASL RM1, Componente Comitato Scientifico FIMP Roma; 2 Scienze della riabilitazione, Posturologa, Osteopata, CPSG Roma; 3 Neurochirurgo pediatra, Policlinico Agostino Gemelli, Roma

DOI 10.36179/2611-5212-2024-3

La plagiocefalia posizionale è definita come l’appiattimento della parte posteriore e/o laterale del capo del neonato e del lattante. Essa deriva da una distorsione del cranio da parte di forze esterne pre-, peri- e/o post-natali che agiscono sul neurocranio in assenza di una sinostosi precoce delle suture del cranio. Negli ultimi anni si è avuto un aumento della percentuale dei casi tra il 40 e il 43% dei nuovi nati all’età di 4 mesi. Dai dati attualmente disponibili in letteratura, al contrario a quanto finora ritenuto, è emerso che la plagiocefalia non è una patologia prevalentemente estetica che tende ad autolimitarsi o risolversi nel tempo, ma che può avere esiti fisici e cognitivi a distanza. Per una corretta e precoce diagnosi e un efficace trattamento è necessario che vi sia una migliore conoscenza di questa patologia e una stretta collaborazione fra tutte le figure competenti, nonché una maggiore sensibilizzazione dei genitori sull’importanza della sua prevenzione e del trattamento.

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