La trasmissione intergenerazionale della violenza di genere

Anna Latino

Pediatra di Famiglia, Foggia; Gruppo di Studio Abuso e Maltrattamento sui Minori

DOI 10.36179/2611-5212-2021-40

L’ONU e l’Unione Europea definiscono violenza di genere una violenza “che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile” e che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “trova le sue radici nella disparità tra i generi e nella discriminazione di genere”.

Per l’OMS, inoltre, la violenza contro le donne costituisce un problema di salute pubblica globale di proporzioni epidemiche e rappresenta uno dei principali fattori di rischio di cattiva salute e di morte prematura per donne e ragazze.

Ma, se è vero che l’impatto della violenza sulla salute delle donne che la subiscono è nella maggioranza dei casi grave e a volte devastante, è altrettanto vero che la violenza domestica o di coppia colpisce drasticamente anche i bambini che vi assistono o la subiscono in prima persona: quasi i due terzi dei mariti violenti, infatti, sono anche dei padri violenti.

Numerosi studi hanno ormai dimostrato che vivere in un contesto familiare maltrattante nei confronti della donna espone il bambino, oltre che ad aumentato rischio di multiple esperienze sfavorevoli infantili (ESI o ACEs) e di varie morbidità a lungo termine, anche a un maggior rischio di trasmissione intergenerazionale della violenza, sia nel senso di una perpetrazione della stessa sotto forma di maltrattamento sui minori (child abuse and neglect) che come violenza nelle relazioni adolescenziali (dating violence).

Motivo per cui la Convenzione di Istanbul, nata in seno al Consiglio d’Europa nel 2011 e ratificata in Italia nel 2013, non solo ha riconosciuto la violenza contro le donne una forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione, ma rappresenta il primo strumento giuridicamente vincolante sulla prevenzione sia della violenza di genere che della violenza domestica, prevedendo anche la protezione dei bambini testimoni di violenza intrafamiliare, vittime cioè di violenza assistita.

Le linee guida dell’OMS, infine, indicano chiaramente che la violenza di genere è un problema strutturale e non contingente o emergenziale, che riguarda la società nel suo insieme, non la singola famiglia, e pertanto va affrontato con urgenza e in modo coordinato.

Scarica il PDF