La tosse in età pediatrica

Gaia Martelli, Alessandra Palpacelli, Vittorio Romagnoli, Alessandro Volpini, Salvatore Cazzato

UOC di Pediatria, Ospedale Pediatrico “G. Salesi”, Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, Ancona

DOI 10.36179/2611-5212-2023-12

La tosse è un riflesso neuromuscolare che consta di tre fasi: una fase iniziale di inspirazione profonda, una fase successiva di breve e potente sforzo espiratorio a glottide chiusa e, infine, una fase caratterizzata da apertura della glottide con chiusura del rinofaringe e vigorosa espirazione attraverso la bocca. 

Ha finalità protettive e difensive, assicurando la rimozione dalle vie aeree di muco, sostanze nocive, microorganismi e corpi estranei accidentalmente inalati. Pertanto, la compromissione o l’assenza della tosse sono condizioni potenzialmente dannose. D’altro canto, la tosse è un indicatore di malattie o infezioni a carico delle (alte e/o basse) vie aeree o di una patologia a carico di organi extrapolmonari. 

La tosse nei bambini è più frequente rispetto agli adulti, con prevalenza inferiore negli adolescenti e nel periodo estivo.

Un corretto inquadramento della tosse non può prescindere dalla comprensione della durata della stessa. In età pediatrica si definisce acuta una tosse che dura meno di 4 settimane, mentre si definisce cronica una tosse che dura più di 4 settimane. 

Da un punto di vista qualitativo la tosse può essere distinta in tosse umida (catarrale o produttiva, se il bambino è in grado di espettorare) e tosse secca.

Talora la tosse assume caratteristiche sonore tali da essere immediatamente riconoscibile e permettere di confermare la diagnosi (ad es. tosse parossistica-pertussoide, tosse abbaiante nel croup o tracheo-malacia, tosse tipo staccato nella polmonite da Chlamydia trachomatis, tosse psicogena “da foca”).

Scarica il PDF