La pronazione dolorosa, meglio conosciuta come gomito della bambinaia, è una causa frequente di immobilità dell’arto superiore e di accesso al Pronto Soccorso (PS) in età prescolare. Il bambino, generalmente dopo un gesto più brusco del solito, come uno strattone involontario per evitare una caduta o il dondolamento con slancio di un “vola vola”per gioco da parte di un adulto, improvvisamente passa dal riso al pianto.
Chi assiste il bambino, inizialmente fatica a comprendere le motivazioni di quel pianto, adducendolo a un capriccio inaspettato, o a un malore di altra natura e cerca di consolare il piccolo.
I minuti immediatamente successivi sono caratterizzati da un atteggiamento tipico del bambino, che si rifiuta di adoperare l’arto coinvolto, mantenendolo addotto al torace e intrarotato, mentre ogni tentativo di fargli utilizzare quell’estremità risveglia in lui il pianto.
Generalmente il riscontro di tale quadro clinico è frequente tra 1-5 anni di età, con maggiore prevalenza per l’arto sinistro e nelle femmine.
In maniera più specifica siamo di fronte alla sublussazione del capitello radiale, causata da una trazione lungo l’asse dell’arto o sull’avambraccio pronato, che determina l’improvviso scivolamento della testa del capitello radiale, non contenuta per immaturità del legamento anulare, nel contesto del legamento anulare stesso o nel muscolo supinatore.
Il quadro clinico può essere così eclatante da rendere difficile in un primo momento la differenza tra la pronazione dolorosa e una frattura maggiore del gomito.
Per tale motivo il bambino viene condotto in PS e nella raccolta anamnestica i genitori tendono a minimizzare quanto accaduto, ritenendo di non aver potuto provocare con un piccolo strattonamento alcun trauma.La dinamica non chiara spesso porta il medico accettante in PS a richiedere una radiografia dell’arto coinvolto, che non rileva alcuna anomalia. Di fatto il radiogramma non risulta necessario nella gestione di questa patologia.