La melatonina. Evoluzione delle applicazioni in ambito neonatologico e pediatrico

Paolo Curatolo

UOC Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Neuroscienze, Policlinico Tor Vergata, Roma

La melatonina (N-acetil-5-metossitriptamina) è una sostanza naturale e nell’uomo è secreta principalmente a livello cerebrale dalla ghiandola pineale (epifisi).

Sin dalla sua identificazione e dal suo isolamento dalla ghiandola pineale bovina, sono stati condotti numerosi studi per valutare la possibile utilità terapeutica di questa sostanza in diversi campi della medicina, compresa la pediatria. 

La melatonina non solo interviene nella regolazione del ritmo sonno-veglia, in quanto pacemaker del ritmo circadiano legato all’alternanza luce/buio, ma ha anche proprietà cronobiotiche, cioè funziona come un orologio biologico per l’organismo umano, influenzando svariati processi di natura neuroendocrina e immunologica.

La ghiandola pineale è situata a livello cerebrale sotto il corpo calloso e contiene cellule pigmentate (simili a quelle della retina) che reagiscono all’alternanza luce/buio percepita attraverso l’occhio. In base a quest’alternanza, la produzione di melatonina segue un ritmo circadiano, con un minimo durante le ore diurne e un picco durante le ore notturne, fra le 2 e le 4 di notte, ed è per questo motivo che è anche chiamata “ormone del buio” o “ormone del sonno”.

Pertanto, non è sorprendente che la maggior parte delle applicazioni cliniche della melatonina in pediatria si siano focalizzate sui disturbi del sonno di diversa origine e in particolare legati al sovvertimento del ritmo circadiano. 

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