Editoriale del Presidente

Antonio D’Avino

Care colleghe e cari colleghi,

nel momento in cui vi scrivo si è appena concluso il 50° Congresso Sindacale della nostra Federazione. Come per ogni altra edizione, si è trattato di un successo caratterizzato da grande partecipazione, interesse e – naturalmente – da un acceso dibattito.

Ma prima di entrare nel vivo dei contenuti desidero sottolineare il fatto che questo Congresso Sindacale è stato il 50° della serie. La nostra Federazione ha infatti più di 50 anni di vita ed è proprio il caso di dire che ha accompagnato tutta l’evoluzione della sanità italiana e quindi del Sistema Sanitario Nazionale fin dalla sua istituzione con la legge 180.

In questo lungo lasso di tempo, la FIMP ha saputo creare pressoché dal nulla la stessa professione di Pediatra di Famiglia, tutelando gli iscritti dal punto di vista sindacale e garantendo un’attività di supporto scientifico e formativo che è cresciuta di anno in anno fino all’attuale copertura a 360 gradi degli interessi e delle necessità del Pediatra di Famiglia.

Tuttavia, considerando la storia della FIMP alla luce dell’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), non vi sono dubbi che grandi sfide attendono la Federazione e tutti i pediatri che rappresenta. Definanziamento del sistema, crisi occupazionale, spinta alla privatizzazione, sono tutti elementi che rappresentano un momento di crisi epocale per la sanità pubblica. A questo si deve aggiungere la necessaria e non più rimandabile riforma delle cure primarie che rappresentano l’area della nostra attività e quindi il fulcro del SSN.

Abbiamo appena concluso l’iter che porterà alla firma dell’ACN relativo al triennio 2019-21, peraltro già firmato da Medicina Generale e Specialisti ambulatoriali. Pur nelle difficoltà attuali le richieste della categoria sono state accolte, ma saranno le trattative per l’ACN successivo, relativo al triennio 2022-2024, il vero banco di prova per la categoria. L’ACN 2022-2024 conterrà infatti tutti gli elementi che permetteranno anche attraverso la contrattazione decentrata la riforma così necessaria delle cure primarie, oltre a una ridefinizione del trattamento economico, anch’essa non più rimandabile. Saranno necessarie tutte le forze e tutte le capacità che la Federazione potrà mettere in campo per affrontare questo snodo strategico per il rilancio della professione e delle cure primarie. Concludo sottolineando, ancora una volta, la necessità di superare personalismi e rendite di posizione: soltanto con l’unità di tutto il sindacato si potranno affrontare e vincere le sfide che ci attendono.

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