I diritti dei bambini che arrivano in Europa – Position Paper dell’European Academy of Paediatrics, voce politica ufficiale dei pediatri Europei che segue l’articolo sulle Cure Primarie pubblicato sul BMJ in aprile

Pietro Ferrara 1, Maria Amato 1, Adamos Hadjipanayis 2, Stefano del Torso 3, Tom Stiris 4

1 Università Campus Bio-Medico, Roma; 2 Segretario Generale EAP, Cipro; 3 Vice Presidente EAP, Delegato FIMP per i Rapporti Internazionali; 4 Presidente EAP, Norvegia

Il numero di migranti che continuano a tentare pericolosissime traversate in mare è in aumento ed è necessario mettere in atto un piano d’azione decisivo.
I dati UNICEF sulla situazione europea sono allarmanti. Nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e giugno 2015 sono state registrate più di 106.000 richieste d’asilo all’Unione Europea (UE) da parte di bambini. In particolare, per molti immigrati, Italia e Grecia rappresentano un ponte verso i Paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, la questione dell’immigrazione non può gravare solo su Italia e Grecia: affrontare la crisi è responsabilità di tutti gli stati membri dell’UE.
Tra i bambini migranti e rifugiati, richiedono particolare attenzione i minori non accompagnati, che intraprendono da soli la pericolosa traversata del Mediterraneo verso l’Europa.
Dall’inizio del 2015 oltre 122.380 immigrati sono arrivati in Italia e, di questi, più di 12.120 sono minorenni. Inoltre, da inizio anno, almeno 8.715 bambini sono arrivati in Italia senza famiglia o tutori. Circa 1.000 persone, principalmente di origine siriana, sbarcano ogni giorno sulle isole del Dodecaneso, per cercare rifugio in Europa. Nel solo mese di giugno 4.270 bambini sono sbarcati sulle isole e 86 di questi erano soli.
Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di bambini ha affrontato il pericoloso viaggio verso l’Europa senza alcun accompagnatore. La maggior parte di essi proviene da Eritrea, Somalia, Egitto, Sud Africa.
Spesso, una volta giunti in Europa, questi bambini vengono sfruttati dalla criminalità organizzata o coinvolti nei traffici di droga e prostituzione.
Ognuno di essi tenta la volta verso l’Europa per raggiungere un obiettivo, sia esso quello di recare aiuto alla propria famiglia già emigrata, ma in condizioni di grave povertà, o quello di raggiungere un genitore partito molti anni prima, o quello di fuggire da una situazione di pericolo e disordini sociali.
Le nazioni europee devono far sì che rifugiati e immigrati siano trattati con dignità e che i bambini vulnerabili siano protetti.
Pertanto l’UE ha il dovere di combattere lo sfruttamento minorile da parte di trafficanti senza scrupoli, al fine di garantire loro i diritti indiscutibili di salute, sicurezza e benessere.
L’UE deve impedire che una popolazione enorme di bambini sia privata del diritto all’infanzia, con tutte le implicazioni psicologiche che ciò comporterebbe.
L’Accademia Europea di Pediatria (EAP) sollecita tutte le società europee di medicina affinché coinvolgano tutti i governi e le istituzioni europee nel trovare una soluzione concreta alla crisi attuale. È fondamentale che i governi dell’UE si facciano carico insieme della cura e della protezione dei bambini migranti.
EAP suggerisce la creazione di una piattaforma comune che consenta ai paesi di discutere e condividere le questioni che interessano i servizi pediatrici di tutta Europa, al fine di fornire protezione, supporto medico e psicosociale ai bambini.
EAP chiede agli Stati membri di assicurare urgentemente ai bambini immigrati l’accesso ai servizi legali necessari, come la scuola, per evitare che migliaia di piccoli migranti siano anche vittime di violenza, abuso, sfruttamento dopo aver rischiato la vita nel pericoloso viaggio verso l’Europa.
I pediatri dovrebbero collaborare con le scuole per garantire ai bambini immigrati il diritto alla salute e alle cure, l’esecuzione di screening di salute mentale e delle vaccinazioni.
EAP è disposta a sostenere le cure mediche per tutti i bambini in Europa, senza barriere, ingiustizie e disuguaglianze e a sollecitare i governi affinché li proteggano e li accolgano in qualsiasi nazione, perché hanno gli stessi diritti dei bambini europei in termini di cure e salute.
Tutti i bambini hanno lo stesso diritto di vivere in un ambiente in cui possano realizzare e accrescere il loro potenziale, di convivere con i loro genitori, di essere protetti e aiutati, soprattutto se sono rifugiati. Non deve esistere un posto giusto o sbagliato in cui nascere.

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