Editoriale del Direttore

Alessandro Ballestrazzi

Direttore de Il Medico Pediatra

Care Colleghe e cari Colleghi, come ormai tradizione questo numero uscirà online ancor prima che nella versione cartacea in occasione della giornata inaugurale del Congresso Scientifico Nazionale, che quest’anno si tiene a Cagliari dal 25 al 28 settembre. è un modo questo per sottolineare anche simbolicamente l’importanza di tutte le attività culturali che contraddistinguono la nostra Federazione di cui il Congresso è un po’ la celebrazione annuale. In questo numero troverete alcuni articoli tra cui voglio citare quello del Professor Marseglia e collaboratori sulla relazione tra infezioni respiratorie ricorrenti e immunomodulazione (un tema molto caro a noi pediatri), un articolo sulla vaccinazione antipneumococcica, un lavoro dei colleghi calabresi su un progetto nella loro regione riguardante lo screening per celiachia e diabete mellito Tipo 1 e una messa a punto sul ruolo di probiotici e vitamina D nella prevenzione delle patologie stagionali. Per quanto riguarda lo screening per celiachia e diabete Tipo 1, voglio sottolineare come la legge del 2023, che ha introdotto per la prima volta nel mondo lo screening in età pediatrica per queste due malattie, sia un grande successo della Fimp che ha contribuito in modo determinante alla stesura della legge e al suo iter: un successo di cui si deve andare davvero orgogliosi.

Tuttavia, ritengo davvero doveroso tornare su un tema drammatico sul quale mi ero già soffermato nel mio editoriale del numero di giugno e mi riferisco alla situazione a Gaza e nelle altre aree del mondo dove la popolazione civile soffre la violenza della guerra. Le notizie che giungono da Gaza sono drammatiche e anche se è tutta la popolazione a soffrire di un’azione militare condotta con metodi brutali e indiscriminati, non si può tacere il fatto che sono proprio i bambini a essere più colpiti da quanto sta avvenendo. A parte le migliaia di morti, non si può ignorare il fatto che un’intera generazione di bambini sta subendo ogni giorno e ogni ora un trauma le cui conseguenze nel futuro saranno catastrofiche, e mi riferisco alla malnutrizione, alla mancata scolarizzazione e in generale alle conseguenze dell’esposizione costante alla violenza. Credo − e sono convinto che molti condividano il mio pensiero − che sia giusto e direi doveroso che i pediatri facciano sentire la propria voce per denunciare quanto sta avvenendo. Pur consapevole che sul piano pratico ben poco si possa fare, protestare è comunque un modo per non essere complici con il proprio silenzio, tanto più che idealmente ognuno di noi, all’inizio della propria carriera, ha assunto un impegno che nel mondo attuale non si esaurisce soltanto nella ristretta anche se importante cerchia dei propri pazienti, ma nei confronti di tutti i bambini, ovunque siano, che soffrono per l’insensatezza della guerra. Se davvero ci consideriamo cittadini del mondo non possiamo fare altro che questo, far sentire la nostra voce per costruire un altro mondo possibile. Infine, voglio ricordare anche le tante guerre in corso, molte delle quali lontane dai nostri occhi e quindi dimenticate. C’è l’Ucraina con i continui attacchi alla popolazione civile, ma c’è anche il Congo, dove i morti si annoverano a migliaia e dove bambini e ragazzi sono obbligati dalle milizie a portare le armi. Potrei continuare e purtroppo l’elenco è lungo. L’importante resta non dimenticare. Mai.

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